LO STATO ASSOLUTO

FORME DI STATO

NASCITA DELLO STATO ASSOLUTO

Lo Stato assoluto nacque in Europa tra il XV e il XVII secolo: ne sono esempi le monarchie dell'epoca presenti in Francia, Spagna ed Inghilterra.

Esso rappresenta la prima forma di Stato vera e propria.

CARATTERISTICHE DELLO STATO ASSOLUTO

Lo Stato assoluto era una forma di Stato caratterizzata dall'accentramento dei poteri (potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario) nelle mani del re. Di conseguenza, in tale forma di Stato, non erano organi supremi dello Stato diversi dalla corona.

Il sovrano era considerato il rappresentante di Dio sulla terra e a lui spettava il compito di emanare le leggi, di nominare i giudici, di comandare l'esercito, di dichiarare guerra o concludere la pace, di emettere moneta, di imporre le tasse.

Il termine assoluto deriva proprio dal fatto che il potere del re è assoluto, cioè privo di qualsiasi vincolo. Celebre, a tale proposito, è l'affermazione di Luigi XIV "L'etat c'est moi" (Lo Stato sono io).

STATO PATRIMONIALE

Lo Stato assoluto è detto anche Stato patrimoniale per due ragioni:

  • la prima è che il popolo e il territorio erano considerati patrimonio del re;
  • la seconda è che il patrimonio dello Stato e quello del sovrano non erano separati, ma formavano un tutt'uno. Così, ad esempio, i tributi versati dai cittadini allo Stato venivano spesso usati dal re per finanziarie le proprie spese e quelle della sua corte. Si pensi a Luigi XVI.

LA LEZIONE PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'

ASSOLUTISMO ILLUMINATO

Alla fine del '700 si affermarono delle forme di Stato alle quali si diede il nome di assolutismo illuminato o Stato di polizia: fu, in particolare, il caso delle monarchie illuminate prussiana e austriaca.

Il sovrano non aveva più un potere assoluto su beni e persone, ma era anche lui subordinato allo Stato: il primo suddito dello Stato.

Il patrimonio personale del re e quello dello Stato divennero distinti. Il sovrano non poteva più vendere i beni che facevano parte del patrimonio dello Stato. I tributi pagati dai cittadini non potevano più essere impiegati per finanziare le spese del re e della sua corte, ma affluivano in un fondo pubblico destinato al sostenimento delle spese dello Stato.

 
 
 

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