RENDIMENTI MARGINALI DECRESCENTI DEL FATTORE LAVORO E DEL FATTORE CAPITALE

SPIEGAZIONE GRAFICA

LEGGE DEI RENDIMENTI MARGINALI DECRESCENTI

Parlando della legge dei rendimenti marginali decrescenti abbiamo visto che, all'aumentare della quantità utilizzatta di un dato fattore produttivo, a condizione che rimangano invariate le quantità impiegate degli altri fattori, il prodotto marginale è decrescente.

MAPPA DI ISOQUANTI

Abbiamo parlato anche della mappa di isoquanti e abbiamo detto che essa è formata da varie curve di isoquanti ognuna delle quali è costruita con riferimento ad un diverso livello di produzione.

Ora vogliamo vedere come la mappa degli isoquanti ci permette di capire, graficamente, che sia il lavoro che il capitale hanno rendimenti marginali decrescenti.

RENDIMENTI MARGINALI DECRESCENTI DEL FATTORE LAVORO

Riprendiamo la nostra mappa di isoquanti.

Mappa di isoquanti


Ora consideriamo una certa quantità di capitale, ad esempio K = 3 e tracciamo una linea orizzontale in corrispondenza di tale valore:

Rendimenti marginali decrescenti del fattore lavoro


Quando il fattore lavoro, tenendo fisso il valore del capitale a 3, passa da 1 a 2, la quantità prodotta passa da 28 a 38: quindi l'aumento della quantità è pari a 10.

Quando il fattore lavoro, tenendo sempre fisso il valore del capitale a 3, passa da 2 a 3, la quantità prodotta passa da 38 a 45: quindi l'aumento della quantità è pari a 7.

Quindi, fermo restando il capitale, quando aumentiamo l'impiego del fattore lavoro, la quantità prodotta cresce in misura via via minore (prima 10 e poi 7). Pertanto possiamo dire che il fattore lavoro ha un rendimento marginale decrescente e ciò vale sia nel breve che nel lungo periodo.

LA LEZIONE PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'

RENDIMENTI MARGINALI DECRESCENTI DEL FATTORE CAPITALE

Adesso andiamo a considerare una certa quantità di lavoro, ad esempio L = 3 e tracciamo una linea verticale in corrispondenza di tale valore:

Rendimenti marginali decrescenti del fattore capitale


Quando il fattore capitale, tenendo fisso il valore del lavoro a 3, passa da 1 a 2, la quantità prodotta passa da 28 a 38: quindi l'aumento della quantità è pari a 10.

Quando il fattore lavoro, tenendo sempre fisso il valore del lavoro a 3, passa da 2 a 3, la quantità prodotta passa da 38 a 45: quindi l'aumento della quantità è pari a 7.

Quindi, fermo restando il lavoro, quando aumentiamo l'impiego del fattore capitale, la quantità prodotta cresce in misura via via minore (prima 10 e poi 7). Pertanto possiamo dire che anche il fattore capitale ha un rendimento marginale decrescente e, anche in questo caso, ciò vale sia nel breve che nel lungo periodo.

 
 
 

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